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قراءة كتاب Zanetto; and Cavalleria Rusticana

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‏اللغة: English
Zanetto; and Cavalleria Rusticana

Zanetto; and Cavalleria Rusticana

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المؤلف:
دار النشر: Project Gutenberg
الصفحة رقم: 4

troppo grave!

SILVIA.

L'augel di bosco non vuol gabbia!
Chi sa un giorno non t'alletti il nido!

ZANETTO.

No, No! L'amor mi fa paura, sai?
È così bello andarsene via,—
Come le libellule che van per
L'aria libere!

SILVIA.

Ma, non sarai felice.
E vieni qui dal fato
Tenuto per la mano
O il vol di qualche rondino
Seguisti da lontano?

ZANETTO.

Quasi!

SILVIA.

Ti guida dunque una speranza?

ZANETTO.

Appeno un sogno.

SILVIA.

Parla!

ZANETTO.

Io qui potrei forse restare. Senti: I pari miei, padre e madre non hanno. Son figlio d'un marchese o d'un villano? E chi lo sa? Pel mondo corsi fin'ora libero giocondo, nè mai vita migliore ho sospirato. Ma da quando ho gustato la cara voce tua, Madonna bella ho sognato: D'avere una sorella. Quando m'hai susurrato dell'intima dolcezza del mondo, in mezzo di fiore allora sì, mi non sentito solo!

Io cedo ai tuoi consigli. Oh! se volessi trattenerti vicin, quest'usignolo randagio! Io resterci teco sempre d'accanto mi avresti e col mio canto le tue lunghe giornate abbrevierei!



SILVIA.

Bambino!
Come il core mi sussulta
Che è mai questo timore?
Aver lo sempre meco,
Udirlo delirante
Darmi il nome d'amante!
Oh, il mio sogno avverato!

ZANETTO.

Vuoi?

SILVIA.

Se voglio? Ah, no, mai!
Pur è lui che mi supplica!

ZANETTO.

Madonna, domandi troppo lo so; ma vuoi?

SILVIA.

Saprà chi son domani!

ZANETTO.

Anco una volta vuoi!

SILVIA.

Non posso!

ZANETTO.

E perchè?

SILVIA.

Son vedova; son povera; e non posso ospitar poeti erranti.

ZANETTO.

Uno scudier non hai?

SILVIA.

No!

ZANETTO.

Un paggio?

SILVIA.

No!

ZANETTO.

Io con un frutto desino!

SILVIA.

Deh, taci!
Sono vedova vivo nel pianto sola.

ZANETTO.

Ed io non vo' che starmene ai tuoi piedi!

SILVIA.

È impossible, credi!

ZANETTO.

Dunque per sempre addio, bel sogno mio!
Avrò forse domani, più fortuna con Silvia.

SILVIA (fra sè)

Che dice?

ZANETTO.

Poi che vani furono i preghi miei, io chiederti
vorrei di Silvia fiorentina
La dicono regina d'ogni bellezza
dicono che il sguardo
È una carezza che conquista e innamora
Dicon che è bella e pallida
Al par di te signora
E poi ch'è ricca e prodiga
Andavo a cercar lei.

SILVIA (da sè).

Mio Dio!

ZANETTO.

Forse potrei entrar fra i suoi scudieri. Ma intesi mormorare, che la strana bellezza di quell'altiera donna e il pazzo viver suo recan sventura. Ti confesso, Madonna che ho paura! Che debbo far, consigliami. Debbo andare da Silvia?

SILVIA (da sè).

Sarebbe ritornato!
Questo fanciullo ignoto che mi
Colmò di tenerezza l'anima, la
Sorte a me l'invia. È la felicità,
Debbo cacciarlo via?

ZANETTO.

T'ho così poco amica,
che non mi vuoi respondere?

SILVIA.

È infame! Ma così volle il destino!

ZANETTO.

Ebben?

SILVIA.

(dopo un silenzio e con grande sforzo)

Senti, bambrino. Non cercar di colei. La tua bell'anima non conosce il pericolo! S'io non posso proteggerti, ospitarti, potrò salvarti. Ascoltami. No, non andar da Silvia! Pagare il pane, il letto colla canzon gioconda che ti fiorisce sulle labbra è bello ma bisogna conoscere che pan che letto è quello. O Zanetto, se mi commovo è perchè t'amo come un bambinello che si vuoi salvare. Oh seguita a cantare del bosco fra le chiome. E se poi, quando la soglia d'un umil casetta vedrai sovra il lavoro china, una giovinetta da gli occhi neri e dai capelli d'oro, oh fermati cantore quello è il nido d'amore!

ZANETTO.

Ti obbedirò. Ma può darsi che Silvia sia calunniata.

(Silvia fa un gesto di dolore)

Certo
la ferita del povero tuo core ho riaperto! Tu
m'hai detto che hai l'anima triste!
Un fratello amato
Un caro fidanzato
La Silvia t'ha rubato!
Non temi sol per me, tu sei gelosa!

SILVIA

(con grande tristezza).

Immagini una cosa non vera. Va! Va! parti!

(dissimulando il dolore)

Tu non puoi figurarti,
quanto mi dolga
dirti che tu rivolga
Lontana il piè
dall'intrapresa via!
Ma prima che tu vada
Per la tua strada
Me puoi rendere grazie
io t'ho salvato!
Tutto è finito. Ohimè!
Se m'avesse scoperto.

ZANETTO.

Partirò. Te n'accerto, non anderò da Silvia, dopo che m'hai detto.

Io partirò portando con meco
Un balsamo soave e sconosciuto
Qualche cosa di tenero
C'era nel tuo rifiuto!
E avrò di te soltanto la memoria
Che se non hai potuto ajutarmi.
O Madonna, in qualche canto del tuo
Core hai provato e dolore e rimpianto?

SILVIA.

(vivamente offerendogli un anello)

No, certo, e quest'anello ti ricordi di me.

ZANETTO.

(con gesto di rifiuto)

Perdona, troppo bello
Troppo ricco è il giojello
Grazie, Madonna
Accettar non posso!
Ma, dimmi, non sei tu vedova e povera?

SILVIA (da sè).

Ma abbia riconosciuto
Ed una prova sia
Questo refiuto
Ma vuoi ch'io ti dia?

ZANETTO.

Un ricordo non voglio
L'elemosina un nulla
Ma che sia caro a te.
Guarda. Il fiore
Che fra tuoi splendidi
Capelli muore.

SILVIA.

Eccoti il fior
Prima che sia spuntato il dì
Morrà nella tua mano
Il candido fiore, ma sua morte
Il voglio ti rammenti la mia sorte
Quando sarà appassito dimenticami.
Addio!

ZANETTO.

O Madonna di grazia, una parola ancora
Io tremo nel riprender l'infinito
Mio viaggio, e mi pare che di qui non
Ci sieno più sentieri che portino
Alla gioja. Ho paura di scegliere.
La mia buona ventura ti guidi.
Scegli tu per me. Farò il cammino
Che m'imporrà la tua piccola
Mano.

SILVIA.

(Che ha già salito alcuni scalini della terrazza, indica a Zanetto la parte opposta alla città).

E sia! Dunque di là!
dove splende l'aurora!

ZANETTO.

Cuore! V'è il dolore
Tra il profumo
E lo splendore
Par che il pianto si nasconda
In quel fior, piccina bionda.

(Fa qualche passo verso Silvia, ma essa lo ferma col gesto, egli, dopo aver fatto un gesto disperato fugge bruscamente).

 

SCENE III—SYLVIA alone.


(She remains a moment on the terrace thinking, and looking toward Zanetto while he is far away. Then she hides her face in her hands and weeps).

Blessed art thou, O Love!
Now can I weep again!

SCENA III—SILVIA (sola).


(Rimane un istante sulla terrazza pensierosa e guardando Zanetto, che si allontana. Poi ad un tratto, si nasconde il capo fra le mani,
e piange).

Sia benedetto Amore,
Posso piangere ancora!










CAVALLERIA RUSTICANA



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